IL FIORIRE DEL CILENTO GASTRONOMICO

Di Mario Notaroberto

E’ tempo di fare il punto e rilanciare. Ho creato questo sito nel 2015 con due interventi che esortavano i cilentani a unire le loro energie e sforzi per superare le difficoltà, i limiti e le resistenze che sono da freno alla piena valorizzazione della nostra terra. Poi, per un anno sono stato a guardare cosa succedeva al di là dalle mura di casa e oggi ho qualcosa da raccontare.

Avrei voluto assistere a delle sinergie volte alla costruzione di un nuovo Cilento, invece spesso ho visto divergenze: voci levarsi, braccia incrociarsi, occhi intristirsi. Nonostante ciò, qualcosa è successo: non miracoli, ma un fiorire e affermarsi di realtà e progetti tenacemente perseguiti da alcuni uomini e donne. Voglio raccontarvene qualcuno che son certo continuerà a crescere e a generare sviluppo (la lista non è esaustiva) e che riguarda un ambito che mi è particolarmente caro, quello gastronomico.

Partiamo con l’ammettere che il Cilento non aveva mai avuto una vera storia gastronomica a livello regionale. Oggi invece, grazie ad alcuni attori, donne e uomini, giovani e meno giovani, si comincia finalmente a parlare di “gastronomia cilentana” e non solo con riferimento alla dieta mediterranea.

giovannavoriaUn primo riconoscimento d’obbligo non può che andare a Giovanna Voria per quello che ha dato e continua a dare alla cucina cilentana. Partendo dal suo piccolo centro, alle porte del Cilento venendo da Nord, Giovanna ha saputo affermare – grazie alle sue capacità, ai suoi modi di gran Signora dei fornelli e alla sua squisita ospitalità cilentana – una cucina che ci fa onore sul territorio nazionale. Giovanna, che da anni collabora con Luciano Pignataro alla stesura dell’ormai celebre libro di ricette del Cilento, ha colto anche l’importanza di affiancare giovani talenti in crescita della nostra terra.

Un altro nome che non casualmente mi viene in mente è quello di Davide Mea e del suo piccolo ristorantino sul porto di Marina di Camerota, la “Taverna del Mozzo“. Davide vorrebbe farsi passare per un mozzo, ma sospetto sappia bene di avere la stoffa e il portamento di un capitano di vascello capace di affrontare tutte le difficoltà che un mare in tempesta può presentare. Giovanissimo, con studi universitari alle spalle e una famiglia di albergatori, ha deciso di cimentarsi ai fornelli. Una gran bella scelta, fatta seguento le ragioni del cuore, e posso confermare che ci mette veramente il cuore quando è in cucina. Lo conobbi qualche mese dopo l’apertura della Cuopperia, e subito fui rapito dal suo modo di porsi e da quello che riusciva a servire nel piatto. Ho seguito con interesse il suo evolversi, soprattutto mi è piaciuto fare da cavia ai suoi nuovi esperimenti e vi assicuro che per me non ha mai sbagliato un piatto! Davide è stato notato e richiesto anche fuori dai confini del Cilento e della Campania, come a ottobre quando è stato invitato dal mostro sacro Peppe Zullo a Orsara di Puglia, seguito da un ammiratore quale Gianni Ferramosca.

Quando si parla di cucina è d’obbligo parlare dei prodotti utilizzati dai grandi Chef, per questo vorrei ricordarvi un caro amico che ha reso il Cilento una perla mondiale nel settore dell’olio d’oliva : Nicolangelo Marsicani, il Guru dell’olio d’oliva. Con la sua tenacia ha saputo dare lustro a un territorio che solo nel secolo scorso non veniva neanche annoverato tra i produttori di olio. Ora invece grazie a lui tanti piccoli produttori possono persino sognare di partecipare a un concorso oleario e, perché no, sperare di vincerlo. Nicolangelo gira l’Italia da nord a Sud in cerca di piccoli produttori che vogliono far conoscere le proprie produzioni, promuoverle e soprattutto commercializzarle. Sì, con Nicolangelo questo è possibile! Profondo conoscitore di questo prodotto, puoi chiedergli tutto quello che vuoi sapere sull’olio e lui non ti deluderà mai, poiché è fiero di mettere a disposizioni la sua immensa esperienza. Infine, particolare non di secondo piano, quest’anno è l’organizzatore del concorso “La Sirenetta di Sorrento”, competizione dove partecipano i più apprezzati alivicoltori a livello mondiale.

Se poi vuoi addolcirti il palato, allora devi conoscere Francescantonio Cavalieri o, come amo definirlo, “lo Svizzero” perché lui come me dopo svariati anni all’estero ha deciso di far ritorno nella sua amata Roccagloriosa per dedicarsi all’apicoltura e all’agricoltura in generale. Fedele al suo essere di uomo tutto d’un pezzo, non lo scalfisci con un sorriso ma solo con il fare. Dei suoi prodotti prediligo il miele, di una bontà eccelsa, che si usa per condire zeppole e pastorelle per le feste di Natale e Capodanno e i Torrancini degli sposi, indicati a colazione o per accompagnare un caffè dopo cena o, perché no, un buon bicchiere di vino, magari un vino da meditazione come l’amarone. Francescantonio ha reintrodotto la coltivazione del farro nel Cilento, cereale finora coltivato prevalentemente in Umbria. Con il suo farro si puo’ fare un’ottima farina per la pasta, ma si può anche utilizzare per un’insalata o magari tostato per fare un caffè di farro. Francescantonio è tenace e lungimirante: non abbandona mai un progetto in cui crede, sprona chi gli è vicino a fare e a essere creativo, lo sostiene. Un uomo fiero delle sue origini cilentane, ma anche attento alle novità e sempre propenso a consigliare e aiutare chi glielo chiede.

Nel mio anno alla finestra ho avuto anche l’occasione di conoscere Adolfo Valiante, figlio di un grande della nostra terra, Franco detto “Cicco di Buono”. Una famiglia di contadini, allevatori e trasformatori del loro latte vaccino e caprino in buonissimi caciocavalli, formaggette da mangiare fresche e da grattugiare su una buona pastasciutta. Ad Adolfo bisogna osservarlo mentre lavora le quagliate: attento e determinato, serio, senza un sorriso sulle labbra perché tutto deve essere fatto alla perfezione, e poi, d’un tratto, ecco che si trasforma in un provetto suonatore di organetto. Tutta la famiglia opera in azienda, il padre al pascolo e alla coltivazione degli ortaggi che poi la mamma trasforma in ottimi sottoli. Che dire dello yogurt di casa Valiante? Una bontà! Io, che non sopportavo l’acidità dello yogurt, ne sono diventato ghiotto grazie al loro che, oltre ad essere una vera leccornia, contiene una percentuale di zuccheri irrisoria.
Certo, ci sarebbero altri personaggi emergenti del nostro amato Cilento da citate e spero di poterlo fare in un prossimo articolo. Così anche vorrei raccontarvi di tante iniziative che si stanno svolgendo intorno a vari gruppi di interese turistico e non , grazie all’attivismo di alcuni soggetti che fanno opinione.
L’affermarsi di queste realtà mi rincuora nella decisione d’essere tornato in Cilento per rinsaldare un cordone mai reciso. Esse dimostrano come, disponendo di progetti validi e assicurando loro la giusta promozione, ce la si possa fare anche da soli senza la compiacenza dei politici, persino in una terra difficile e talvolta ostile.

Confermo che Il Cilento che vorrei sta nascendo poco alla volta: gli attori ci sono, ben attrezzati e convinti di andare avanti verso un nuovo risorgimento.